sabato 14 novembre 2015

E poi

succede così.
Che senti una notizia frivola alla radio, di quelle che però ti spingono ad uscire e fare due passi, perché la notizia è che camminare fa bene (e grazie per avercelo ricordato), ed esci e respiri Roma la sera, e qualche piccola paura fa sempre capolino ma poi è la bellezza a prevalere: il Tevere, il chitarrista sul ponte che suona 'Stairway to heaven', 
gli stormi che stormiscono, gli umani che passeggiano
e si raccontano con foga dei loro casi amorosi, il profilo del chiostro di S.Cecilia
e del campanile romanico, mentre immagini la vita delle claustrali rinchiusa lì,
sprofondata nel silenzio.

Poi torni a casa e tutto è cambiato.
La notizia di Parigi, le prime pagine dei giornali online a tutta pagina ad indicare
l'importanza della notizia, e tutto passa sullo sfondo.
Frontiere blindate, imponenti misure di sicurezza, verso il grande regno della paura
controllata. Precisamente quello che vogliono i "signori del terrore". E certo,
ha ragione la coinquilina che si chiede: ma si può sapere poi perché li fanno
questi massacri? Le ragioni dell'Occidente che si interroga e vorrebbe sapere perché.
Come se potessimo spiegare e capire tutto. Immensa presunzione di onniscienza.

C'è che potrebbe capitare anche a noi. Ma la cosa peggiore sarebbe ora quella

di lasciar regnare la paura. Come se già non ce ne fosse abbastanza.
Come se già non ce ne fossero tante altre, di guerre. Piccole, sottili, a volte
striscianti, tra uffici, strade, famiglie e condomini.
E altrettanti i tentativi di pace. Quella "pace artigianale", come ripete spesso 

questo nostro grande Papa Francesco. Perché bisogna saperla fare, la pace.
Come un mestiere antico. Che richiede pazienza, arte, ingegno, passione.

Insegniamoci tutti a fare la pace dopo Parigi. Non a chiuderci, ma ad aprirci
sempre di più. Sfacciatamente, allegramente, bambinescamente.
Andiamo sempre di più a teatro, al cinema, negli stadi, a prendere un treno,

al Giubileo della misericordia, sulla Tour Eiffel, ovunque.
Non siamo già morti abbastanza?

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